Vanna non amava parlare in pubblico e sicuramente non avrebbe tollerato che si parlasse di lei. Ma, forzando la sua volontà, vogliamo dire, con parole semplici, che cosa Vanna ha significato, e significa, per noi.
Umile e pragmatica, sobria e decisa, Vanna era allergica a proclami e a polemiche, ma era anche un’integralista. Un passo indietro nei toni ma non nella sostanza, Vanna ha interpretato il credo ambientalista sempre senza arretrare di un millimetro, dentro e fuori l’associazione che, per anni, l’ha scelta come Presidente, anche suo malgrado.
Con molti di noi, Vanna ha rifondato 16 anni fa il circolo Legambiente di Molfetta, che oggi ancora vive soprattutto per merito suo. Perché, anche quando qualcuno non poteva esserci, Vanna c’era sempre. Per portare bandiere e distribuire volantini. Per spronarci a fare sintesi e a trovare la quadra, come quando, dopo ore di discussione nel circolo, era pronta a spiazzarci con le sue brusche reazioni emotive che ci chiedevano di tirare una linea e fare ordine tra i nostri pensieri.
Con lei abbiamo condiviso aspre vertenze e denunce contro grandi e piccoli abusi, ma anche esperienze di educazione e sensibilizzazione nelle scuole, perché ambientalisti si diventa da piccoli, per continuare ad esserlo, magari, per tutta la vita. Come lei, che ambientalista è stata toto corde.
Per Vanna, la cultura ambientalista non è stata la coccarda chic da sfoggiare all’occorrenza per farsi belli di quello che, in realtà, non si è. Vanna è stata un’ambientalista ingenua e radicale, pura in ogni sua scelta, anche quotidiana: in quello che mangiava, in quello che, con l’amato Sergio, seminava e raccoglieva in campagna, in quel mezzo di locomozione – la bicicletta – che più la rappresentava e che lei, in ogni stagione dell’anno, preferiva all’automobile. Perché, anche se le piccole cose non cambiano il mondo, lei faceva così, come è giusto fare per sé e per gli altri.
Vanna non amava parlare di sé. Saranno, allora, i suoi gesti onesti a parlarci ancora di lei.
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