Molfetta, 26 giugno 2011
Comunicato stampa
I soliti ignoti
Legambiente sull’operazione ‘Mani sulla città’: ora intervenga la Regione Puglia
Un anno fa Legambiente prese in prestito le parole di Antonio Cederna per raccontare una Molfetta in balia di quei vandali che «per turpe avidità vanno riducendo in polvere le testimonianze del nostro passato», una Molfetta dove «le meraviglie artistiche del “Paese dell’arte” e del “Giardino d’Europa”» si ritrovano «sotto le zanne di questi ossessi: indegni dilapidatori di un patrimonio insigne». Oggi la Procura di Trani utilizza il titolo del film di Francesco Rosi - con cui si denunciò la corruzione e la violenta speculazione edilizia che devastava l’Italia degli anni Sessanta - per presentare la significativa operazione condotta dal Corpo forestale dello Stato sulla dissennata gestione del territorio subita da Molfetta negli ultimi anni. Risale al 2004 la bandiera nera, assegnata da Legambiente alla giunta guidata dal sindaco Tommaso Minervini. Nulla, purtroppo, sembra essere cambiato da allora. La rotta ‘deviata’, sette anni fa imputata all’amministrazione comunale per la cattiva gestione del territorio di Molfetta, non è affatto mutata. Anzi. Si sono moltiplicate le iniziative finalizzate alla generalizzata cementificazione del territorio, del litorale e dell’agro, in un’ottica di sistematica alterazione del paesaggio. Autorizzazioni edilizie per l’incremento di volumetrie e sorprendenti cambi di destinazione d’uso di porzioni più o meno ampie del territorio hanno stravolto e mistificato, nel tempo, le linee dettate dal Piano Regolatore Generale. Si è perseverato, poi, nel colpevole processo di cancellazione delle lame, fondamentali elementi del tessuto strutturale del nostro territorio, sia sul piano paesaggistico sia sul piano idraulico. Si pensi alla realizzazione dell’area PIP e alle successive concessioni per il suo ampliamento che, di fatto, hanno annullato, nel disprezzo e nella totale ignoranza di vincoli e fasce di rispetto paesaggistiche previste dal PUTT, l’intero reticolo del naturale assetto idrogeologico compreso tra le Lame “Marcinase” e “Dell’Aglio”. E si pensi, ancora, all’atto, davvero insensato da parte degli amministratori locali, di impugnare presso il Tribunale Superiore delle Acque di Roma il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione: il Comune di Molfetta è uno dei pochi, in Puglia, che hanno deciso di contestare uno strumento fondamentale di tutela del territorio, rigettando la perimetrazione regionale delle aree a rischio inondazione.
Legambiente, dopo aver ripetutamente sollevato queste questioni e dopo aver contrastato, anche nelle sedi legali, le scellerate iniziative intraprese da questa e dalle passate Amministrazioni comunali, chiede, oggi, l’intervento urgente dell’Osservatorio Regionale sul Paesaggio istituito dall’Assessorato Regionale all’Urbanistica:
- perché revochi - in autotutela - la Dgr n. 327 del 10.02.2010 con cui il Comune di Molfetta è stato delegato all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di paesaggio;
- perché sottoponga a puntuale verifica le autorizzazioni paesaggistiche e i permessi a costruire già rilasciati dall’Amministrazione comunale per gli interventi edilizi sulle aree tutelate dal PUTT e dal codice del paesaggio;
- perché effettui i dovuti controlli sulle varianti al PRG proposte da quest’Amministrazione comunale per l’adeguamento al Piano paesaggistico regionale e per la gestione dell’agro, tenendo conto che non è tollerabile modificare il PRG a colpi di singole varianti, rinunciando così a una visione strategica e unitaria della gestione del territorio.
Il Centro di azione giuridica di Legambiente - già impegnato in numerose azioni per la tutela dell’ambiente - seguirà attentamente e direttamente gli sviluppi dell’inchiesta, anche al fine di continuare a tutelare in tutte le sedi, giudiziarie ed amministrative, gli interessi diffusi di cui l’associazione è portatrice.
per il Comitato regionale Pugliese il presidente, Francesco Tarantini |
per il Circolo di Molfetta il presidente, Antonello Mastantuoni |