Dopo oltre 15 anni dalle nostre prime richieste ufficiali, finalmente l’amministrazione comunale di Molfetta si fa carico del recupero della fascia costiera di Torre Calderina. Non mancano i finanziamenti né i progetti degli interventi. Registriamo, invece, la consueta assenza di visione e di confronto pubblico con la città nonostante su quell’area saranno presto realizzate opere pubbliche destinate a trasformare radicalmente e irreversibilmente il tratto costiero: la condotta sottomarina di AQP che scaricherà a mare i reflui depurati di cinque comuni e delle rispettive aree industriali, la cui stazione di pompaggio sarà realizzata a pochi metri dalla Torre e il canale est per la mitigazione del rischio idraulico della zona ASI/PIP che sfocerà a Cala San Giacomo.
E’ per questa ragione che il 18 febbraio scorso abbiamo formulato alcune osservazioni e abbiamo chiesto la modifica del progetto di recupero proposto:
1. È imprescindibile condividere l’intervento di recupero nel suo complesso con il Comune di Bisceglie per superare la dimensione comunale e assicurare un intervento unitario e coerente;
2. La realizzazione dell’intervento per singoli lotti deve assicurare piena autonomia funzionale ad ognuno di essi, con indirizzi ben riconoscibili che garantiscano la fruibilità delle opere e con la necessità di limitati interventi di manutenzione e conservazione che ne conservino la durabilità nel tempo;
3. Nella prima fase, in assenza di un piano di gestione e di un soggetto gestore, per limitare i costi di gestione e manutenzione è opportuno che le aree da espropriare siano limitate allo stretto indispensabile per la realizzazione della pista ciclabile;
4. Per migliorare la fruizione dell’intera fascia costiera nel suo complesso è opportuno che la pista ciclabile non sia interrotta in prossimità di Torre Calderina ma prosegua fino al confine con il comune di Bisceglie, a poche centinaia di metri di distanza dalla pista ciclabile di Ripalta, già esistente da anni.
E’ ormai consolidata la consapevolezza dell’importanza ambientale e economica di un recupero davvero sostenibile e duraturo della fascia costiera di ponente. L’oasi di Torre Calderina è un bene della collettività il cui recupero è oggi possibile grazie al processo partecipativo iniziato nel 2004. Interromperlo, nonostante i risultati ottenuti negli ultimi anni, sarebbe un grave errore il cui prezzo verrebbe pagato dall’intera città.
Molfetta, 7 giugno 2020
Il presidente del circolo Legambiente di Molfetta “Giovanna Grillo”
Marco Di Stefano