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Buona la balneabilità delle acque a Molfetta, ancora criticità a causa del sistema di depurazione

Legambiente lancia tre proposte

Con l’arrivo della Goletta Verde in Puglia, storica campagna di monitoraggio dello stato della costa e del mare di Legambiente, sono stati presentati i dati delle analisi dei campioni di acqua per valutare la balneabilità in alcuni tratti di costa pugliese (in particolare, a proposito della possibile presenza di carica batterica: enterococchi intestinali ed escherichia coli).

I dati relativi al campione prelevato Molfetta, spiaggia antistante il lido Nettuno al confine con Bisceglie, sono risultati, come ogni anno, nel rispetto dei limiti di legge, confermando i risultati del monitoraggio mensile condotto dal Ministero della Salute.

Restano immutate, tuttavia, le criticità relative al sistema di depurazione dei reflui e alla presenza di alga Ostreopsis che rilascia la tossina tanto insidiosa per i bagnanti e che, anche quest’anno, ha già manifestato periodi di intensa fioritura anche lungo le coste molfettesi.

Per il primo aspetto, va detto che, alla luce del monitoraggio condotto da Arpa Puglia nel 2017 e nel primo trimestre dell’anno 2018 (cfr. tabelle riportate di seguito) circa la qualità del refluo depurato dall’impianto di depurazione di Molfetta, persistono criticità in merito alla capacità depurativa dell’impianto. Nonostante i lavori di potenziamento avviati negli anni scorsi nell’impianto molfettese, non tutti i campioni prelevati e analizzati dall’Arpa Puglia (agenzia regionale deputata al controllo del rispetto della legge in materia di depurazione) sono risultati conformi ai limiti imposti dalla legge. Non se la passano meglio i depuratori dei Comuni limitrofi indicati nelle tabelle, i cui scarichi confluiscono, insieme a quello molfettese, proprio nel tratto di costa tra Molfetta e Bisceglie su cui insiste l’Oasi di protezione Torre Calderina.

Il circolo Legambiente di Molfetta avanza, quindi, tre proposte alle istituzioni per il miglioramento dell’efficienza dei depuratori che scaricano le acque nei pressi dell’Oasi Torre Calderina:

  1. maggiori controlli - anche utilizzando sistemi di rilevazione in continuo - sulla qualità dei reflui scaricati in fognatura, soprattutto nella zona industriale di Molfetta, comminando sanzioni a chi detiene scarichi abusivi o scarica in fognatura reflui pericolosi o non conformi che pregiudicano il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione;
  2. investimenti per la realizzazione di reti fognarie separate e per impedire che le acque meteoriche possano essere convogliate agli impianti di trattamento provocando, specie in caso di precipitazioni intense e abbondanti, malfunzionamenti al sistema depurativo e il conseguente scarico di acqua non depurata;
  3. attivazione immediata dei due impianti di affinamento esistenti nel territorio di Molfetta (Molfetta e Ruvo-Terlizzi), che sono stati interamente finanziati con fondi pubblici e collaudati ormai nel lontano 2012 ma che finora non sono mai entrati in esercizio. Sono completi di tutto, compresa una rete acquedottistica rurale di 48 km in grado di erogare ben 900 m3/h di acqua ad un comprensorio irriguo di 1.320 ettari. Questa soluzione consentirebbe di evitare completamente lo scarico dei reflui in mare durante la stagione irrigua (che coincide con quella balneare) e di limitare lo sfruttamento della falda sotterranea, ormai contaminata con l’acqua marina.

E' solo con un approccio integrato, sistemico e condiviso tra tutti gli attori locali, infatti, che potrà essere definitivamente recuperato il tratto di costa tra Molfetta e Bisceglie che ancora oggi versa in condizioni di profondo degrado, pregiudicandone la tutela, la valorizzazione e la fruizione da parte della cittadinanza.

dati arpa

Molfetta, 27 luglio 2018

 

Per il Circolo di Legambiente

Il Presidente Marco Di Stefano