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A Molfetta, la depurazione va peggio che altrove.
Impianti mal funzionanti, opere mai entrate in esercizio e, all’orizzonte, il pasticcio della condotta sottomarina
 
Legambiente presenta il suo ‘Dossier depurazione’

Un corposo dossier sul ciclo di gestione dei reflui di Molfetta è stato presentato da Legambiente alla Regione Puglia e agli altri Enti competenti. L’occasione è data dal procedimento di Valutazione di impatto ambientale relativo alla condotta sottomarina prevista presso Torre Calderina.
Dati, numeri, percentuali: il fallimento della depurazione a Molfetta sta scritto sulle carte (e non solo).  «Il quadro attuale è a tinte fosche», dichiarano gli ambientalisti.

 

Comunicato stampa

 

 

Ufficialmente depositate le osservazioni al progetto di condotta sottomarina per lo scarico dei reflui depurati dei comuni di Molfetta, Ruvo e Terlizzi, Corato e Bisceglie, nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale attivata presso la Regione Puglia.

 

Questa iniziativa promossa dal circolo Legambiente di Molfetta ha visto le adesioni e le sottoscrizioni di una serie di associazioni locali quali Archeoclub, ARCI, Terrae e Marevivo, i partiti cittadini di Rifondazione Comunista, Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, il movimento civico Liberatorio Politico, il villaggio Nettuno – Oasi Torre Calderina ed i condomini del residence Nettuno.

 

Da parte del Comune di Molfetta non vi è stato alcun cenno di interesse ad intervenire per la realizzazione di un progetto migliore a difesa di quel tratto di costa in cui oltre ad una spendida Torre di vedetta risalente all’anno 1569, sono presenti una Oasi di protezione e interessanti ritrovamenti archeologici. In prossimità della Torre, ricordiamo, oggi vi sono gli scarichi di acque di fogna non depurati (vedi dati Goletta Verde 2012) provenienti da tre città che nell’ipotesi progettuale di condotta sottomarina diventeranno cinque (Molfetta, Terlizzi, Ruvo, Bisceglie e Corato).

 

 

Lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione di Molfetta

Legambiente: tempi rapidi per l’esecuzione dei lavori e

vincoli più restrittivi per lo scarico

 

L’Acquedotto pugliese, nuovo gestore dell’impianto di depurazione di Molfetta, ha predisposto un progetto per l’adeguamento dell’impianto che, nel mese di settembre, è stato sottoposto a procedura di verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale presso la Provincia di Bari.

Il circolo Legambiente di Molfetta interverrà in questo procedimento amministrativo per chiedere che l’intervento sia realizzato in tempi più rapidi dei 9 mesi previsti da AQP e che siano prescritti limiti allo scarico più restrittivi, soprattutto per l’azoto e il fosforo.

Questi due composti, infatti, sono i principali responsabili delle fioriture dell’alga tossica appartenente al genere Ostreopsis. L’alga, di origine tropicale, nella bella stagione e in giornate particolarmente calde e prive di vento, si moltiplica molto velocemente producendo una tossina che, principalmente durante le mareggiate, può colpire i bagnanti provocando effetti neurotossici con conseguenti febbri alte, malessere diffuso, tosse e problemi respiratori.

Legambiente chiederà anche che tutti i risultati dei monitoraggi ambientali condotti sull’impianto e sull’acqua depurata siano immediatamente resi pubblici attraverso il sito web del Comune di Molfetta e quello di AQP.

Infine, nel rispetto delle previsioni del Codice dell’Ambiente in merito all’incentivo del riutilizzo delle acque reflue, Legambiente chiederà che siano tempestivamente attivati i due impianti pubblici di affinamento delle acque reflue, impianti annessi ai depuratori di Molfetta e Ruvo-Terlizzi, già da tempo realizzati ma mai entrati in esercizio. Tutto questo, per limitare lo sfruttamento dell’acquifero – già fortemente interessato dall’ingressione del cuneo salino – e per ridurre la portata di refluo da scaricare a mare.

 

 

 

Per il circolo di Molfetta

Prof.ssa Giovanna Grillo